Page 13 - Il nuovo padiglione didattico al Campus Ingegneria "Enzo Ferrari"
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Altri esempi recenti sono gli edifici del campus della Bocconi a Milano ad opera di
                                       Grafton Architects e di SANAA, o in Cile a firma di Alejandro Aravena con il gruppo

                                       Elemental.



                                       Sin dai primi incontri con il responsabile del procedimento e promotore culturale
                                       della vicenda, risultò chiaro come fosse quello il contesto di riferimento, oltre al

                                       contesto fisico del campus modenese nel quale andava a porsi il nuovo padiglione.

                                       Era una precisa volontà della Committenza di tenere la sfida della realizzazione del
                                       contenitore all’altezza del proprio contenuto o sperabilmente di riuscire a definire

                                       attraverso il contenitore un valore aggiunto di natura anche architettonica. È un va-
                                       lore che raramente un committente pubblico chiede in quanto, particolarmente in

                                       Italia, è difficile stabilire parametri condivisi per la definizione di cosa si intenda per
                                       qualità architettonica. E secondariamente, per arrivare a tale obiettivo, ne vanno co-

                                       struite le premesse. La qualità architettonica discende innanzitutto da una doman-
                                       da ben formulata, con la consapevolezza di cosa rappresenti e come si possa otte-

                                       nere. Nel caso di un’opera pubblica questa discende dalla costruzione del contesto
                                       e delle procedure entro le quali tale domanda possa essere formulata. Il bando di

                                       Unimore, con nostro grande apprezzamento anche in quanto professionisti, era già
                                       stato concepito chiaramente in questa direzione.



                                       La sfida che avrebbe dovuto affrontare la commissione giudicatrice sarebbe stata

                                       quindi quella di definire i criteri di selezione di quella qualità che tutti siamo capaci
                                       di vedere quando ce ne troviamo al cospetto, ma della quale è così difficile definirne

                                       i criteri ed i parametri entro griglie numeriche, come una graduatoria di un con-
                                       corso per un’opera pubblica di tale importanza correttamente richiede. Nel caso

                                       del padiglione modenese, la sfida non era tanto e non solo quella dell’inserimento
                                       rispettoso all’interno di un masterplan, cercando di inserire nella continuità di un

                                       piano in larga parte completato, ma anche quella della definizione di uno degli in-
                                       gressi al campus stesso, un tema architettonico e urbanistico con l’ambizione di far

                                       divenire il nuovo padiglione una porta di accesso al campus, quindi anche il suo volto
                                       verso l’esterno.



                                       Abbiamo accettato quindi per le premesse del concorso stesso, che, sin dall’impo-

                                       stazione del bando, prefigurava una modalità virtuosa e di carattere europeo, attra-
                                       verso un concorso in due fasi, con la volontà di selezionare il progetto da realizzarsi
                                                                                                                             11
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