Page 10 - Il nuovo padiglione didattico al Campus Ingegneria "Enzo Ferrari"
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scenza e l’apprendimento, fortezza accessibile esclusivamente agli studenti o al
                                       personale accademico, ma è un luogo integrato con la città. Rinunciando ad una

                                       gratuita originalità, sovente causa di quella ingenua prassi creativa di ricorrere

                                       a forme inutilmente complesse, che confondono l’architettura con la scultura,
                                       il disegno di questa “officina” per lo studio, per gli oltre 1000 studenti che la

                                       frequenteranno, completa con coerenza il masterplan del campus. L’inconsueta
                                       pratica di non attribuire direttamente all’ufficio tecnico interno la progettazione

                                       di tali impianti architettonici, evitando il rischio concreto di snaturare la pecu-
                                       liarità dell’opera (basti ricordare la modestia dei recenti capannoni didattici privi

                                       di qualità innalzati al Lazzaretto dall’Alma Mater di Bologna) obbliga ad ulteriori
                                       riflessioni: a chi demandare l’idea di trasformazione dell’Università e in genera-

                                       le della città? Come risolvere le criticità della frammentazione, a cui è abban-
                                       donata la cultura progettuale? In questo frangente, il team multidisciplinare di

                                       esperti assicura tramite una visione plurale di competenze un esito positivo, il
                                       cui risultato è però strettamente correlato al programma attuativo, questo sì

                                       concepito invece con chiarezza e precisione dagli uffici tecnici, premessa impre-
                                       scindibile per il successo finale di tale procedimento. Commentando il suo pro-

                                       getto per Manhattanville, il nuovo campus della Columbia University ad Harlem,
                                       Renzo Piano spiega come gli edifici universitari, attraverso la presenza di piazze

                                       e spazi verdi, siano i luoghi per “riunire le persone e farle comunicare tra loro”: il
                                       disegno di OBR riesce nello stesso intento, trasferendo ai margini di questa pe-

                                       riferia quell’armonia normalmente riscontrabile nei contenitori del centro stori-
                                       co, ambiti in cui si svolge tradizionalmente l’attività universitaria. Anche questa

                                       operazione attesta il ruolo di responsabilità sociale e civica che l’Università deve
                                       sempre perseguire: garantire un profilo formativo ad alti e riconosciuti livelli,

                                       praticabile e trasmissibile in sedi di prestigio, espressione tipica della specifici-
                                       tà italiana, favorendo, per riprendere ancora le parole di Piano, “un’accademia

                                       senza muri nè cancelli, accessibile ai visitatori e con molti programmi culturali
                                       aperti a chi vive nel quartiere”.














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